Vinoteka è uno dei villaggi più poveri della periferia al nord della città di Scutari. E’ costituito da 3.500 abitanti. È sorto agli inizi degli anni 90’ dopo la caduta del regime comunista, in seguito allo spostamento massiccio delle popolazioni montanare verso la pianura.
Mancano le infrastrutture necessarie. La popolazione vive con i pochi introiti della pastorizia, dell’agricoltura condotta a livello familiare e dell’emigrazione all’estero. Sono molto diffusi l’alcolismo, la disoccupazione, la violenza, l’analfabetismo e l’abbandono scolastico in età obbligatoria. I Missionari vincenziani, in collaborazione con le Figlie della Carità di San Vincenzo de Paoli, operano in questa zona a partire dall’anno 2000.
Sono intervenuti con la realizzazione di tantissimi micro-progetti a favore delle famiglie più povere (costruzione di case, riparazioni, interventi a livello medico sanitario, adozioni a distanza, sostegno ai diversamente abili, pozzi, etc). Dopo alcuni anni dalla loro presenza, la FamVin ha creduto opportuno, in base alle necessità riscontrate tra la popolazione, di creare un centro diurno per bambini poveri in età prescolare, che funzioni come se fosse una scuola materna.
Questa piccola opera, chiamata “Centro Santa Luisa”, è nata con l’intento di venire incontro – come si diceva - alle numerose famiglie poverissime della zona che non riuscivano neppure a nutrire e formare i loro bambini. Nel 2012 grazie all’associazione austriaca “Marianna Graff” il centro è stato inaugurato. Attualmente ospita 32 bambini; vi operano 3 persone: due educatrici (di cui una Figlia della Carità e una giovane insegnante laica della Gioventù Mariana Vincenziana) con una cuoca. Lo scopo del centro è di educare, formare e nutrire i bambini più poveri del villaggio.
Essi sono scelti sulla base delle informazioni ricavate dalle visite a domicilio effettuate dalla suora e dal padre missionario. Un elemento fondamentale dell’opera è anche la promozione e formazione dei loro genitori. Il centro per sostenersi affronta ogni anno diverse spese (materiale didattico, alimenti, viaggio da/per Scutari delle due educatrici, legna e gas per il riscaldamento, consumo delle utenze quali energia elettrica, manutenzione del pozzo per l’acqua, etc), che ammontano alla cifra di circa 5.000 euro. Lo stato non offre alcun contributo né economico né sotto altra forma e la FamVin è costretta a rivolgersi a benefattori e donatori privati. Un piccolo contributo mensile è richiesto anche alle famiglie dei piccoli utenti sotto forma di offerta per aiutarli a responsabilizzarsi nella formazione dei loro piccoli, per quanto poveri siano. Accade, però, che la richiesta del contributo rimane teorica, ma è necessario che ci sia, perché la gente possa conservare un pizzico di dignità verso se stessi circa (20 tra gli utenti non pagano nulla; il resto in modo discontinuo; altri solo una tantum). A volte contribuiscono in natura portando qualche pezzo di legno per le stufe o qualche prodotto della terra, che vengono accolti con gratitudine.
In sintesi l’opera si prefigge tre obiettivi:
Risultati che ci attendiamo: